Brano 18
L’incontro con Pietro II... lo avrebbe segnato per la vita. Lo sapeva che ad alcuni metri di profondità, sotto mura e selciati, il Duomo di San Giovanni, Palazzo Barolo, San Lorenzo, Palazzo Madama, Via Garibaldi, Via Pietro Micca e Via Po celavano passaggi segreti, botole, cunicoli e forse anche delle vere e proprie autostrade dell’antichità. I sotterranei costruiti dai Savoia con fini difensivi e i fasti della Santa Inquisizione, con le sue drammatiche "stazioni" sotterranee. Si dava del cretino per non aver mai affrontato seriamente l’esplorazione di quelle possibili vie di fuga. Pensava che fossero tutte crollate, interrotte, murate. Punti lontani tra loro, come Piazza Vittorio Veneto, Piazza Statuto, i Castelli del Valentino, di Rivoli e di Venaria Reale, erano stati veramente collegati con Palazzo Reale per mezzo di gallerie? E fin dove si estendevano? D’altra parte ai tempi di Pietro Micca, la Cittadella era riuscita a resistere ai Francesi con le contro mine nei sotterranei. I cunicoli realizzati da Emanuele Filiberto passavano dove sorgeva il bastione di San Pietro e prima ancora l'antichissimo e demolito monastero di San Solutore.
“Un incubo di tali proporzioni esigeva una doccia di un’ora”, pensò Paolo. Si sentiva stanco e dilaniato come Hemingway sul fronte italiano nel luglio del 1918. Non era stato investito da una furia di frammenti di mortaio e dilaniato da una raffica di mitragliatrice, ma entrava in una battaglia impossibile, contro un nemico ignoto. Arrivò a casa verso le cinque del pomeriggio, Isabella era sdraiata sul divano e leggeva un video libro, torcendo meccanicamente un bastoncino di liquirizia tra i denti. Lo salutò con un gorgoglio: “Se hai fame ci sono le polpette. Domattina parto per un servizio.”
“Dove vai?”
“Dove mi pare.”
“Ce l’hai ancora con me?”, chiese Paolo rassegnato ad una risposta affermativa. Se fosse caduto in battaglia per salvare l’intera umanità, nessuno lo avrebbe trasportato alla Croce Rossa, nessuna infermiera Agnes von Kurowsky lo avrebbe curato con amore, tanto meno Isabella.
Disdegnò di riscaldare le polpette di tre giorni prima, che nel microonde diventano un melma schifosa, per tuffarsi sotto lo zampillo caldo della doccia… a stomaco vuoto. Quando si tratta di bagni è meglio non rischiare.
Insaponandosi abbondantemente creò la necessità di un piacevole massaggio al basso ventre, che sciogliesse ogni tensione. In quei momenti di tenerezza pelvica, Paolo cantava sempre vecchi refrain del 1900. Pensava al cielo, non popolato di stelle ma di luci al neon. Si doleva, come il grande Fred dal whisky facile: “…ci vediamo domani sera al fondo d’un bicchiere… nel cielo dei bar.” Forse laggiù avrebbe ritrovato la gioventù perduta. Laggiù avrebbe potuto vivere di ricordi, morire in pace, scivolando via, di nulla in nulla.
Il solito telefono trillò invisibile, come sempre trilla quando qualcuno intuisce che stai mangiando, facendo l’operazione opposta o sei sotto la doccia.
La voce d’Isabella traboccò nel box, galleggiando tra i vapori: “Paolo mi senti? C’è il commissario Oscar Peressi al telefono. Te lo passo col viva voce? Non vuole sentire ragioni…”
Paolo non rispose, scocciato di non poter restare solo neppure sotto la doccia. “Paolo” strillava Isabella,
“lo so che mi senti, rispondimi! Il Sistema Invisibile di Controllo funziona perfettamente… Paolo!!”
“Passamelo”, si arrese.
“Ciao Garibaldi, scusa l’intrusione ma è urgente. Ti stavi erotizzando?”
“Falli miei.”
"Appunto. Tutti i sabati pomeriggio, eh, puntuale come un pornografo svizzero.”
”Cosa c’è ancora. Ci siamo lasciati due ore fa!!”
“Senti, sembra che oggi ci sia una dipartita di pezzi pesanti.”
“Un altro?”
“Sì.”
“Ma importante quanto?”
“Tanto.”
“Il Papa?”
"Ma cosa dici?! Figurati se il Papa viene a Torino!”
“Certo, certo, e chi allora?”
“Il figlio della signora Ornella.”
“Quella… Ornella?!”
“Sì.”
“Morto?”
“Scomparso. Sono andato alla villa di Val Salice. Il ragazzo è stato rapito. La cosa strana è che lei mi ha fatto un mucchio di domande sull’omicidio di padre Pereira! Voleva sapere se hai incontrato il vescovo… mi sembrava d’essere io l’indagato. Che donna bizzarra!”
“Perché mi hai chiamato?”
“Ci vediamo dopo? C’è la prima di Viaggi in Dimensioni Ignote all’Imax Solid 3D di Pinerolo. Non prendiamo la macchina, andiamo in metrò.”
“Che cavolo dici?!”
“Scusa, niente, volevo solo offrirti un po’ di relax. Lei ti telefonerà, vuole vederti, e… insisterà per sta sera. E’ agitata, ha fretta…”
“Cazzo, proprio di sabato!!”
“Allora viene al cine!”
“No.”
“Ho capito, non si può rifiutare nulla alla signora. Mi raccomando, non rifiutarle niente, proprio niente… sai cosa intendo?!” Peressi ridacchiò di gusto.
"Sì, ma non è il caso.”
“A proposito di caso, l’hai visto il vescovo?”
“Per forza.”
“Anch’io. Testimone reticente. Rifiuta il dialogo, ma… con paterna e ferma comprensione.”
“E io cosa ci posso fare?”
“Ci puoi, ci puoi: adesso non pensarci, preparati, fatti bello! Per la testimonianza ufficiale ti faccio sapere”
“Okay, al solito.”
“Ma il film non t’interessa proprio? Effetti a tre dimensioni mozzafiato! Ho letto che le risse fra gli alieni e gli astronauti nello spazio aperto sono di un realismo impressionante!”
“Guarda Peressi… ti auguro di perderti nei pressi di Andromeda.”
L’incontro con Pietro II... lo avrebbe segnato per la vita. Lo sapeva che ad alcuni metri di profondità, sotto mura e selciati, il Duomo di San Giovanni, Palazzo Barolo, San Lorenzo, Palazzo Madama, Via Garibaldi, Via Pietro Micca e Via Po celavano passaggi segreti, botole, cunicoli e forse anche delle vere e proprie autostrade dell’antichità. I sotterranei costruiti dai Savoia con fini difensivi e i fasti della Santa Inquisizione, con le sue drammatiche "stazioni" sotterranee. Si dava del cretino per non aver mai affrontato seriamente l’esplorazione di quelle possibili vie di fuga. Pensava che fossero tutte crollate, interrotte, murate. Punti lontani tra loro, come Piazza Vittorio Veneto, Piazza Statuto, i Castelli del Valentino, di Rivoli e di Venaria Reale, erano stati veramente collegati con Palazzo Reale per mezzo di gallerie? E fin dove si estendevano? D’altra parte ai tempi di Pietro Micca, la Cittadella era riuscita a resistere ai Francesi con le contro mine nei sotterranei. I cunicoli realizzati da Emanuele Filiberto passavano dove sorgeva il bastione di San Pietro e prima ancora l'antichissimo e demolito monastero di San Solutore.
“Un incubo di tali proporzioni esigeva una doccia di un’ora”, pensò Paolo. Si sentiva stanco e dilaniato come Hemingway sul fronte italiano nel luglio del 1918. Non era stato investito da una furia di frammenti di mortaio e dilaniato da una raffica di mitragliatrice, ma entrava in una battaglia impossibile, contro un nemico ignoto. Arrivò a casa verso le cinque del pomeriggio, Isabella era sdraiata sul divano e leggeva un video libro, torcendo meccanicamente un bastoncino di liquirizia tra i denti. Lo salutò con un gorgoglio: “Se hai fame ci sono le polpette. Domattina parto per un servizio.”
“Dove vai?”
“Dove mi pare.”
“Ce l’hai ancora con me?”, chiese Paolo rassegnato ad una risposta affermativa. Se fosse caduto in battaglia per salvare l’intera umanità, nessuno lo avrebbe trasportato alla Croce Rossa, nessuna infermiera Agnes von Kurowsky lo avrebbe curato con amore, tanto meno Isabella.
Disdegnò di riscaldare le polpette di tre giorni prima, che nel microonde diventano un melma schifosa, per tuffarsi sotto lo zampillo caldo della doccia… a stomaco vuoto. Quando si tratta di bagni è meglio non rischiare.
Insaponandosi abbondantemente creò la necessità di un piacevole massaggio al basso ventre, che sciogliesse ogni tensione. In quei momenti di tenerezza pelvica, Paolo cantava sempre vecchi refrain del 1900. Pensava al cielo, non popolato di stelle ma di luci al neon. Si doleva, come il grande Fred dal whisky facile: “…ci vediamo domani sera al fondo d’un bicchiere… nel cielo dei bar.” Forse laggiù avrebbe ritrovato la gioventù perduta. Laggiù avrebbe potuto vivere di ricordi, morire in pace, scivolando via, di nulla in nulla.
Il solito telefono trillò invisibile, come sempre trilla quando qualcuno intuisce che stai mangiando, facendo l’operazione opposta o sei sotto la doccia.
La voce d’Isabella traboccò nel box, galleggiando tra i vapori: “Paolo mi senti? C’è il commissario Oscar Peressi al telefono. Te lo passo col viva voce? Non vuole sentire ragioni…”
Paolo non rispose, scocciato di non poter restare solo neppure sotto la doccia. “Paolo” strillava Isabella,
“lo so che mi senti, rispondimi! Il Sistema Invisibile di Controllo funziona perfettamente… Paolo!!”
“Passamelo”, si arrese.
“Ciao Garibaldi, scusa l’intrusione ma è urgente. Ti stavi erotizzando?”
“Falli miei.”
"Appunto. Tutti i sabati pomeriggio, eh, puntuale come un pornografo svizzero.”
”Cosa c’è ancora. Ci siamo lasciati due ore fa!!”
“Senti, sembra che oggi ci sia una dipartita di pezzi pesanti.”
“Un altro?”
“Sì.”
“Ma importante quanto?”
“Tanto.”
“Il Papa?”
"Ma cosa dici?! Figurati se il Papa viene a Torino!”
“Certo, certo, e chi allora?”
“Il figlio della signora Ornella.”
“Quella… Ornella?!”
“Sì.”
“Morto?”
“Scomparso. Sono andato alla villa di Val Salice. Il ragazzo è stato rapito. La cosa strana è che lei mi ha fatto un mucchio di domande sull’omicidio di padre Pereira! Voleva sapere se hai incontrato il vescovo… mi sembrava d’essere io l’indagato. Che donna bizzarra!”
“Perché mi hai chiamato?”
“Ci vediamo dopo? C’è la prima di Viaggi in Dimensioni Ignote all’Imax Solid 3D di Pinerolo. Non prendiamo la macchina, andiamo in metrò.”
“Che cavolo dici?!”
“Scusa, niente, volevo solo offrirti un po’ di relax. Lei ti telefonerà, vuole vederti, e… insisterà per sta sera. E’ agitata, ha fretta…”
“Cazzo, proprio di sabato!!”
“Allora viene al cine!”
“No.”
“Ho capito, non si può rifiutare nulla alla signora. Mi raccomando, non rifiutarle niente, proprio niente… sai cosa intendo?!” Peressi ridacchiò di gusto.
"Sì, ma non è il caso.”
“A proposito di caso, l’hai visto il vescovo?”
“Per forza.”
“Anch’io. Testimone reticente. Rifiuta il dialogo, ma… con paterna e ferma comprensione.”
“E io cosa ci posso fare?”
“Ci puoi, ci puoi: adesso non pensarci, preparati, fatti bello! Per la testimonianza ufficiale ti faccio sapere”
“Okay, al solito.”
“Ma il film non t’interessa proprio? Effetti a tre dimensioni mozzafiato! Ho letto che le risse fra gli alieni e gli astronauti nello spazio aperto sono di un realismo impressionante!”
“Guarda Peressi… ti auguro di perderti nei pressi di Andromeda.”