Brano 51
L’Anticristo ricolmo di sé era in vena di perdono. Invitò Isabella nel suo appartamento per festeggiare il successo. Lei sapeva che poteva aspettarsi qualsiasi cosa da quel criminale, eppure, rimasti soli, l’aveva svestita dolcemente e presa in braccio.
“Voglio celebrare a modo mio la vittoria dei Russi e il mio successo personale all’Assemblea dell’ONU”, disse.
“Mio padrone, i nazisti uccideranno il Papa?”
“No. Ho deciso che, per il bene del mondo, sarà soltanto condizionato. Adesso pensiamo a noi.”
Con un comando vocale era emersa dal pavimento un’immorale piscina colma d’acqua, profumata d’essenze e petali di fiori, che variava di colore, transitando per tutte le tonalità dell’iride, in perfetta sincronia con una musica avvolgente.
Scesero lentamente i pochi gradini, mentre s'alzava dal pavimento un vapore sottile. S’immersero nel piacere. La donna si lasciò andare e lui l’affido all’acqua, che la accolse, sostenendola deliziosamente. Isabella chiuse gli occhi, cercando di ascoltare quella quiete impossibile. Un pensiero l’assillava, le stava dilaniando l’anima, ancor più della paura per le eccessive attenzioni dell’Anticristo: “Il Combattente Dhyani agisce per stabilire il Nuovo Ordine Mondiale”, si ripeteva ossessivamente, mentre il profumo dei fiori l’avvolgeva… ”Il Nuovo Ordine, che porterà pace, benessere e stabilità all’intero genere umano, sotto il governo della Gerarchia dei Giusti.”
L’aveva giurato, con la testa infilata in un cappuccio davanti ai maestri della Tavola Segreta!”
Donna ingenua, s’era data al potere senza fingere, senza esitare, senza considerare le conseguenze della sua colpa. Altrettanto avrebbe dovuto fare ora. Impossibile rifiutare. S’inginocchiò nell’acqua rosata, circondata da fiori galleggianti, come in un harem d’oriente, e accolse in bocca la sbalorditiva verga dell’uomo.
Accettò l’umiliazione trasformandola in sopravvivenza: non finse, non esitò. Aveva lottato a lungo con il senso di colpa, decidendo di ammettere perlomeno il piacere. Il pericolo, in fondo, la eccitava.
Si era abbandonata senza ritegno. Non arrossì, non gemette in segreto, non lasciò trasparire dubbi sulla sua complicità all’orgia. Mentre il mostro la prendeva da dietro con furia, si ritrovò a sussurrare “Sono così felice che ho paura di morire”. E lui decise di soddisfare quel desiderio, tenendole a tratti la testa sott’acqua. Nell’istante in cui la tirava su afferrandola dai capelli, per farla respirare, sentiva che quei tremendi colpi che le percuotevano il collo dell’utero potevano ucciderla. Avanti e indietro, su e giù, soffocamento e libertà, rantolante respiro!
Capì che l’uomo era prossimo all’orgasmo quando le tenne la testa sott’acqua per un tempo simile all’eternità. Nell’ottundimento provocato dal pazzo movimento del liquido, dalla mancanza d’ossigeno, dai terribili colpi inferti dalla lama di carne, si sentì prossima alla fine, una fine di cotone macchiata di sangue.
Già, lei, aveva giurato, con la testa avvolta nella bambagia, proprio come gli armeni prigionieri, torturati dai soldati olandesi nelle caserme d’Ankara pochi giorni prima.
Isabella si ripeteva: - Il Combattente Dhyâni, dell’Invisibile Esercito dei Lha, agisce sempre con i mezzi appropriati sulle menti e sulle volontà, per condurle dove desidera!”
Ahra Manyu arrivò e mollò la presa, spingendola come una barca vuota lontano da sé. La donna respirava affannosamente e lo guardava impaurita. L’Anticristo uscì dalla piscina, s’infilò tranquillamente un paio d’ottiche al plasma e disse: “Isabella, rivestiti e vattene, preparati perché devi partire per la Russia.”
La donna obbedì e scomparve in un lampo. Il solito cortesissimo autista la riaccompagnò in albergo. Era terrorizzata, ripensava quella frase terrificante… “Il Supremo può condizionare anche le personalità più potenti, per disporne a proprio piacimento, anche contro ogni logica, contro ogni regola, contro ogni legge… ma ogni agente che entri nell’organizzazione non avrà la possibilità di lasciarla.”
Nella sua anima si era aperto uno squarcio, non condivideva più il fine che giustifica i mezzi.
L’Anticristo ricolmo di sé era in vena di perdono. Invitò Isabella nel suo appartamento per festeggiare il successo. Lei sapeva che poteva aspettarsi qualsiasi cosa da quel criminale, eppure, rimasti soli, l’aveva svestita dolcemente e presa in braccio.
“Voglio celebrare a modo mio la vittoria dei Russi e il mio successo personale all’Assemblea dell’ONU”, disse.
“Mio padrone, i nazisti uccideranno il Papa?”
“No. Ho deciso che, per il bene del mondo, sarà soltanto condizionato. Adesso pensiamo a noi.”
Con un comando vocale era emersa dal pavimento un’immorale piscina colma d’acqua, profumata d’essenze e petali di fiori, che variava di colore, transitando per tutte le tonalità dell’iride, in perfetta sincronia con una musica avvolgente.
Scesero lentamente i pochi gradini, mentre s'alzava dal pavimento un vapore sottile. S’immersero nel piacere. La donna si lasciò andare e lui l’affido all’acqua, che la accolse, sostenendola deliziosamente. Isabella chiuse gli occhi, cercando di ascoltare quella quiete impossibile. Un pensiero l’assillava, le stava dilaniando l’anima, ancor più della paura per le eccessive attenzioni dell’Anticristo: “Il Combattente Dhyani agisce per stabilire il Nuovo Ordine Mondiale”, si ripeteva ossessivamente, mentre il profumo dei fiori l’avvolgeva… ”Il Nuovo Ordine, che porterà pace, benessere e stabilità all’intero genere umano, sotto il governo della Gerarchia dei Giusti.”
L’aveva giurato, con la testa infilata in un cappuccio davanti ai maestri della Tavola Segreta!”
Donna ingenua, s’era data al potere senza fingere, senza esitare, senza considerare le conseguenze della sua colpa. Altrettanto avrebbe dovuto fare ora. Impossibile rifiutare. S’inginocchiò nell’acqua rosata, circondata da fiori galleggianti, come in un harem d’oriente, e accolse in bocca la sbalorditiva verga dell’uomo.
Accettò l’umiliazione trasformandola in sopravvivenza: non finse, non esitò. Aveva lottato a lungo con il senso di colpa, decidendo di ammettere perlomeno il piacere. Il pericolo, in fondo, la eccitava.
Si era abbandonata senza ritegno. Non arrossì, non gemette in segreto, non lasciò trasparire dubbi sulla sua complicità all’orgia. Mentre il mostro la prendeva da dietro con furia, si ritrovò a sussurrare “Sono così felice che ho paura di morire”. E lui decise di soddisfare quel desiderio, tenendole a tratti la testa sott’acqua. Nell’istante in cui la tirava su afferrandola dai capelli, per farla respirare, sentiva che quei tremendi colpi che le percuotevano il collo dell’utero potevano ucciderla. Avanti e indietro, su e giù, soffocamento e libertà, rantolante respiro!
Capì che l’uomo era prossimo all’orgasmo quando le tenne la testa sott’acqua per un tempo simile all’eternità. Nell’ottundimento provocato dal pazzo movimento del liquido, dalla mancanza d’ossigeno, dai terribili colpi inferti dalla lama di carne, si sentì prossima alla fine, una fine di cotone macchiata di sangue.
Già, lei, aveva giurato, con la testa avvolta nella bambagia, proprio come gli armeni prigionieri, torturati dai soldati olandesi nelle caserme d’Ankara pochi giorni prima.
Isabella si ripeteva: - Il Combattente Dhyâni, dell’Invisibile Esercito dei Lha, agisce sempre con i mezzi appropriati sulle menti e sulle volontà, per condurle dove desidera!”
Ahra Manyu arrivò e mollò la presa, spingendola come una barca vuota lontano da sé. La donna respirava affannosamente e lo guardava impaurita. L’Anticristo uscì dalla piscina, s’infilò tranquillamente un paio d’ottiche al plasma e disse: “Isabella, rivestiti e vattene, preparati perché devi partire per la Russia.”
La donna obbedì e scomparve in un lampo. Il solito cortesissimo autista la riaccompagnò in albergo. Era terrorizzata, ripensava quella frase terrificante… “Il Supremo può condizionare anche le personalità più potenti, per disporne a proprio piacimento, anche contro ogni logica, contro ogni regola, contro ogni legge… ma ogni agente che entri nell’organizzazione non avrà la possibilità di lasciarla.”
Nella sua anima si era aperto uno squarcio, non condivideva più il fine che giustifica i mezzi.