Brano 54
Lo sguardo poteva venerare la stella improbabile da entrambi gli emisferi, giorno e notte.
L’insegna rilucente fissava la terra, avvicinandosi ad una velocità indefinibile. Incurante dell'incredulità umana, l’astro pulsò divenendo viola e iniziò a roteare sibilando. Il suono durò qualche minuto... ma nel mondo non si sentì.
Gerusalemme, mese di… 2000 e Oltre. Ecco la capitale del grande Israele, tornata agli splendori di Davide, riunificata in un solo regno, che comprende Egitto, parte del Libano, Cisgiordania e Giordania Occidentale.
Ahra Manyu raggiunse l’altare e iniziò a parlare con gran forza: “Sono venuto nel Tempio per debellare la fame, la guerra, tutte le miserie umane, compresa la morte. Io sono qui per riportare la pace, la dignità, l'eguaglianza. Con un vostro piccolo aiuto, con un piccolo sforzo, un giorno non lontano, potrete dire: - Io ho contribuito a cambiare il mondo trasformandolo in un Paradiso. Ogni essere umano potrà vantarsi d’esserne stato l’artefice.”
I rappresentati di tutte le religioni erano presenti ed applaudirono quelle parole.
“Parliamo in mondovisione, e intendiamo offrire al mondo un esempio reale di quanto sarà fulgido l’avvenire. Questa cerimonia segna il passaggio dalla morte alla rinascita, non solo metaforica. Procedete!”
Nel luogo santo entrò una lunga processione di portatori, che sorreggevano catafalchi, sui quali giacevano i corpi senza vita dei militari morti durante la guerra. Nessuno si sarebbe aspettato un simile colpo di scena.
“Riconoscete in questi corpi quelli dei valorosi, periti durante la guerra dei tre mesi? Osservateli, con attenzione, nel sereno rigore della morte! Li hanno visti tutti, sui giornali e sui multivisori. Loro non appartengono soltanto ad una fazione, ma ad entrambe. Ora capirete a che punto è la nostra scienza spirituale! Preghiamo, insieme, per loro.
Il sacerdote, si coprì la bocca con un velo e levò le mani benedicenti: “Noi riuniamo ciò che all’unione doveva tornare, rifondiamo l’adorazione monoteistica dei nostri culti nel più antico culto del Signore il cui Nome è Impronunciabile. Hawh per Abramo, Ormazd per Zaratustra, Visnù per Krisna, Dio per Gesù, Allah, per Maometto. Tanti attributi per identificare l’unica sorgente inafferrabile. Il Fuoco Sacro primigenio.”
L’officiante accese la gran pira al centro del tempio, fra lo stupore generale.
“Egli solo possiede potenza, scienza e giustizia, ed è invocato come amico. Egli è il creatore del bene. Noi riconosciamo che il male risiede nell’incompletezza umana.
Prometeo, Lucifero e Arimanne, raffigurano le tendenze malvagie della nostra razza, e noi poniamo termine all’epoca delle dissensioni: Il Fuoco dell’Alleanza dell’Origine arde in eterno al centro del mondo. I suoi immortali benéfici, custodi e messaggeri, Sefirot, Ahasha Spanta, Asura, Deva, Angeli e Arcangeli, non si fronteggino più, schierandosi con una nazione o l'altra: la terra è un solo popolo, governato dalla nuova armonia. Gli aiutanti di Dio giubilano nei cieli per la rinascita dell’Arca, che bandisce ogni sacrificio cruento e d’ebbrezza. Oggi, con il tempio di Salomone germoglia la Nuova Gerusalemme. Nasce il nuovo Adamo nella fecondità del lavoro, della proprietà e della misericordia.
I cadaveri iniziarono a muoversi, lentamente, per poi assumere l’aspetto naturale di chi si risvegliava da un lunghissimo sonno. Si levarono dall’assemblea grida e mormorii di paura che andarono a mescolarsi con i sospiri dei resuscitati, simili a quelli d’anime sopraffatte dallo stupore. Scese il silenzio. In quella visione spaventosa, le voci meste ed afflitte, i sordi e dolorosi lamenti divennero, prima, mormorio di stupore, poi fragori d’osanna.
I rianimati si drizzarono in piedi, fra gli applausi, pronti a ricevere gli abbracci e le lacrime dei fedeli. Il rito s’interruppe per qualche minuto, gli uomini furono prontamente rifocillati e presero posto sui banchi con gli altri convertiti.
Ahra Manyu riprese la parola. ”Voi gridate al miracolo, per una cosa che miracolo non è. Questi uomini sono stati rigenerati in laboratorio, con le nuove tecniche d’ingegneria genetica. Gli organi che erano stati annichiliti dal ferro e dal fuoco, clonati dai loro stessi tessuti, sono stati semplicemente reimpiantati. Questo costoso prodigio, oggi concesso a pochi privilegiati, diverrà la grazia per tutti. Fratelli, la storia umana c’impone di rinunciare ai triti simboli sacrificali, alle mille diversità dei riti, per ritrovarci, nonostante tutto, sotto la protezione dello stesso Dio che ci apre le porte dell’albero della vita e dell’immortalità genetica. Agli indù dico: non immolerete più animali a Shiva o a Kalì, a Veruna e a Mitra, né offrirete cibi e bevande a Visnù, o berrete Soma! Ai Parsi dico: - non gusterete l’Haoma e ai cristiani riformati dico, non ricorderete lo scellerato omicidio di Cristo. A cattolici, copti e ortodossi dico: - non è degno chi continua a nutrirsi del corpo e del sangue di un altro uomo, seppur divinizzato!
Agli ebrei dico: - non sostentatevi del pane azimo pasquale e della vecchia legge, non piccatevi di indagare i misteri di un Nome impronunciabile, inventato e perpetuato fra mille dispute dagli antichi scribi, farisei o sadducei che fossero, e poi dai rabbini gonfi di sapere e presunzione.
Non così si è conquistata l’immortalità. La manna celeste è fatta delle buone opere dell’ingegno che produrrete attraversando il deserto del mondo. La sola comunione è quella con la giustizia, nel rito del Fuoco. Continueremo a leggere e a studiare tutti i libri sacri, ma sotto una nuova luce, quella del progresso, dell’intelletto e della vitalità, liberata da ogni superstizione.
La cerimonia si completa con la lettura di un passo dell’Avesta, testo scelto non certo come oggetto di fede, ma per ricordare simbolicamente l’abolizione del sacrificio del bue, sostituito dal Lamento del Bue, che raffigura la nuova era. Quale citazione migliore per l’oggi! L’uomo chiede protezione e gli sarà accordata dall’Allevatore che si prenderà cura di lui, e dal Guerriero che lo difenderà contro le incursioni dei nomadi e contro i sacrificatori: tutto ciò è conforme al comando, rivelato da tutti i profeti sin dall’antichità. Lunga vita al Consesso Universale delle Fedi ed alla Connessione Permanente di ogni essere umano con gli altri suoi simili in un unico regno!”
Grandi applausi.
L’Anticristo, facile alle lacrime, si commosse ancora una volta, visibilmente orgoglioso del bene che stava facendo all’umanità, ma quel pianto aveva ben altro motivo d’esistere. Il suo cuore razionale, artico, retto e infallibile, ospitava una mestizia di ghiaccio. Un destino infelice lo aveva privato di sua madre, la monaca Shagal, a soli tre anni, affidandolo ad un padre dragone, che l’avrebbe trasformato nel Messia. Era ancora viva la genitrice dell’emancipatore? Dove l’avevano nascosta? Dove l’avevano seppellita?
Lo sguardo poteva venerare la stella improbabile da entrambi gli emisferi, giorno e notte.
L’insegna rilucente fissava la terra, avvicinandosi ad una velocità indefinibile. Incurante dell'incredulità umana, l’astro pulsò divenendo viola e iniziò a roteare sibilando. Il suono durò qualche minuto... ma nel mondo non si sentì.
Gerusalemme, mese di… 2000 e Oltre. Ecco la capitale del grande Israele, tornata agli splendori di Davide, riunificata in un solo regno, che comprende Egitto, parte del Libano, Cisgiordania e Giordania Occidentale.
Ahra Manyu raggiunse l’altare e iniziò a parlare con gran forza: “Sono venuto nel Tempio per debellare la fame, la guerra, tutte le miserie umane, compresa la morte. Io sono qui per riportare la pace, la dignità, l'eguaglianza. Con un vostro piccolo aiuto, con un piccolo sforzo, un giorno non lontano, potrete dire: - Io ho contribuito a cambiare il mondo trasformandolo in un Paradiso. Ogni essere umano potrà vantarsi d’esserne stato l’artefice.”
I rappresentati di tutte le religioni erano presenti ed applaudirono quelle parole.
“Parliamo in mondovisione, e intendiamo offrire al mondo un esempio reale di quanto sarà fulgido l’avvenire. Questa cerimonia segna il passaggio dalla morte alla rinascita, non solo metaforica. Procedete!”
Nel luogo santo entrò una lunga processione di portatori, che sorreggevano catafalchi, sui quali giacevano i corpi senza vita dei militari morti durante la guerra. Nessuno si sarebbe aspettato un simile colpo di scena.
“Riconoscete in questi corpi quelli dei valorosi, periti durante la guerra dei tre mesi? Osservateli, con attenzione, nel sereno rigore della morte! Li hanno visti tutti, sui giornali e sui multivisori. Loro non appartengono soltanto ad una fazione, ma ad entrambe. Ora capirete a che punto è la nostra scienza spirituale! Preghiamo, insieme, per loro.
Il sacerdote, si coprì la bocca con un velo e levò le mani benedicenti: “Noi riuniamo ciò che all’unione doveva tornare, rifondiamo l’adorazione monoteistica dei nostri culti nel più antico culto del Signore il cui Nome è Impronunciabile. Hawh per Abramo, Ormazd per Zaratustra, Visnù per Krisna, Dio per Gesù, Allah, per Maometto. Tanti attributi per identificare l’unica sorgente inafferrabile. Il Fuoco Sacro primigenio.”
L’officiante accese la gran pira al centro del tempio, fra lo stupore generale.
“Egli solo possiede potenza, scienza e giustizia, ed è invocato come amico. Egli è il creatore del bene. Noi riconosciamo che il male risiede nell’incompletezza umana.
Prometeo, Lucifero e Arimanne, raffigurano le tendenze malvagie della nostra razza, e noi poniamo termine all’epoca delle dissensioni: Il Fuoco dell’Alleanza dell’Origine arde in eterno al centro del mondo. I suoi immortali benéfici, custodi e messaggeri, Sefirot, Ahasha Spanta, Asura, Deva, Angeli e Arcangeli, non si fronteggino più, schierandosi con una nazione o l'altra: la terra è un solo popolo, governato dalla nuova armonia. Gli aiutanti di Dio giubilano nei cieli per la rinascita dell’Arca, che bandisce ogni sacrificio cruento e d’ebbrezza. Oggi, con il tempio di Salomone germoglia la Nuova Gerusalemme. Nasce il nuovo Adamo nella fecondità del lavoro, della proprietà e della misericordia.
I cadaveri iniziarono a muoversi, lentamente, per poi assumere l’aspetto naturale di chi si risvegliava da un lunghissimo sonno. Si levarono dall’assemblea grida e mormorii di paura che andarono a mescolarsi con i sospiri dei resuscitati, simili a quelli d’anime sopraffatte dallo stupore. Scese il silenzio. In quella visione spaventosa, le voci meste ed afflitte, i sordi e dolorosi lamenti divennero, prima, mormorio di stupore, poi fragori d’osanna.
I rianimati si drizzarono in piedi, fra gli applausi, pronti a ricevere gli abbracci e le lacrime dei fedeli. Il rito s’interruppe per qualche minuto, gli uomini furono prontamente rifocillati e presero posto sui banchi con gli altri convertiti.
Ahra Manyu riprese la parola. ”Voi gridate al miracolo, per una cosa che miracolo non è. Questi uomini sono stati rigenerati in laboratorio, con le nuove tecniche d’ingegneria genetica. Gli organi che erano stati annichiliti dal ferro e dal fuoco, clonati dai loro stessi tessuti, sono stati semplicemente reimpiantati. Questo costoso prodigio, oggi concesso a pochi privilegiati, diverrà la grazia per tutti. Fratelli, la storia umana c’impone di rinunciare ai triti simboli sacrificali, alle mille diversità dei riti, per ritrovarci, nonostante tutto, sotto la protezione dello stesso Dio che ci apre le porte dell’albero della vita e dell’immortalità genetica. Agli indù dico: non immolerete più animali a Shiva o a Kalì, a Veruna e a Mitra, né offrirete cibi e bevande a Visnù, o berrete Soma! Ai Parsi dico: - non gusterete l’Haoma e ai cristiani riformati dico, non ricorderete lo scellerato omicidio di Cristo. A cattolici, copti e ortodossi dico: - non è degno chi continua a nutrirsi del corpo e del sangue di un altro uomo, seppur divinizzato!
Agli ebrei dico: - non sostentatevi del pane azimo pasquale e della vecchia legge, non piccatevi di indagare i misteri di un Nome impronunciabile, inventato e perpetuato fra mille dispute dagli antichi scribi, farisei o sadducei che fossero, e poi dai rabbini gonfi di sapere e presunzione.
Non così si è conquistata l’immortalità. La manna celeste è fatta delle buone opere dell’ingegno che produrrete attraversando il deserto del mondo. La sola comunione è quella con la giustizia, nel rito del Fuoco. Continueremo a leggere e a studiare tutti i libri sacri, ma sotto una nuova luce, quella del progresso, dell’intelletto e della vitalità, liberata da ogni superstizione.
La cerimonia si completa con la lettura di un passo dell’Avesta, testo scelto non certo come oggetto di fede, ma per ricordare simbolicamente l’abolizione del sacrificio del bue, sostituito dal Lamento del Bue, che raffigura la nuova era. Quale citazione migliore per l’oggi! L’uomo chiede protezione e gli sarà accordata dall’Allevatore che si prenderà cura di lui, e dal Guerriero che lo difenderà contro le incursioni dei nomadi e contro i sacrificatori: tutto ciò è conforme al comando, rivelato da tutti i profeti sin dall’antichità. Lunga vita al Consesso Universale delle Fedi ed alla Connessione Permanente di ogni essere umano con gli altri suoi simili in un unico regno!”
Grandi applausi.
L’Anticristo, facile alle lacrime, si commosse ancora una volta, visibilmente orgoglioso del bene che stava facendo all’umanità, ma quel pianto aveva ben altro motivo d’esistere. Il suo cuore razionale, artico, retto e infallibile, ospitava una mestizia di ghiaccio. Un destino infelice lo aveva privato di sua madre, la monaca Shagal, a soli tre anni, affidandolo ad un padre dragone, che l’avrebbe trasformato nel Messia. Era ancora viva la genitrice dell’emancipatore? Dove l’avevano nascosta? Dove l’avevano seppellita?