Brano 47
“E’ orribile, non può essere…” sussurrò il commissario Peressi, “... il vescovo, il questore… il questore!”
Il rito raggiunse il parossismo: l’ingresso di due adolescenti nude, legate, imbavagliate, coperte di tenui veli, fu salutato da grida ossesse d’ebbrezza e da un martellare guerresco di bastoni, scudi, lance, mani e piedi. Uomini e donne lasciarono cadere i vestiti, rivelando le loro nudità squamose, e si lanciarono in danze violente, completamente assorbiti da un panico dionisiaco. Molti si accoppiarono selvaggiamente, ferendosi a morsi e unghiate.
In un’orgia di grida e oscillazioni sfrenate, senza sudori, l’officiante fece salire sull’altare le due vergini, che si distesero sulla gelida pietra, miti come pecorelle. Si levò una lama lucente che diede inizio al cruento sacrificio. Il sangue scorse e un fremito d’orrore fece rabbrividire il commissario Peressi, che portò istintivamente, inutilmente, la mano al revolver elettrico. Tutti poterono abbeverarsi dalla pura fonte, riprendendo lentamente le loro sembianze umane.
“Hai afferrato il concetto?”, chiese Paolo a Peressi, che annuì, impietrito.
“Dai, muoviti, torniamo indietro, tanto non possiamo fare più nulla per quelle bambine”, tagliò corto Garibaldi.
“Ecco dove finiscono i rapiti… e pensa cosa fanno nel terzo mondo, senza alcun controllo…”
“Andiamo, svelto.”
Si allontanarono rapidamente e la luce delle torce subito fu inghiottita da quel buio millenario. Riemersero dal sottosuolo, molto provati.
“Oh, Paolo, Paolo… perché proprio sotto la Gran Madre?!”
Il commissario era sconvolto: “E’ un simbolo religioso dolcissimo!”
“Qui non c’entra la religione, Peressi! Ti facevo pronto: lì sotto c’è un Livello Vortex, un’area energetica in costante fibrillazione, una porta dimensionale.”
“Come in tanti film di fantascienza?”
“Esatto, datti per vinto, è tutto vero. Ce ne sono migliaia di queste porte, grandi e piccole, disseminate sulla griglia energetica che avvolge il pianeta, la seconda del Piemonte, dopo quella del monte Musinè e sotto la Mole Antonelliana. Quello è un campo energetico intensamente negativo, dove i riti possono far scendere l’energia di zone vastissime sulle frequenze più dense della quarta dimensione. In tal modo i Sauri sopprimono la frequenza del campo energetico terrestre, creando una prigione vibrazionale che fa perdere all’umanità il contatto con i più elevati livelli dell’essere.
”Ci stanno invadendo da lì?”
“Da millenni: ora stanno completando l’opera.”
“Dobbiamo chiudere tutte le porte bastarde, per sempre. Ma chi glielo dice ai Beni Artistici di abbattere le costruzioni abusive, come la Mole?”
“Non è necessario, bisogna mandare in corto le porte, rispedire la polarità che arriva sulla terra verso il suo opposto, farle collassare come una batteria che salta se colleghi i poli opposti. La terra diventerà una prigione senza vie d’uscita e potremo annientarli fisicamente. Sei dalla nostra parte?”
“Sono un paladino ottuso che sta sempre dalla parte della giustizia.”
“Non ti preoccupare, è una confusione millenaria, ideata ad arte. Dobbiamo unirci alla resistenza. Ti spiegherò a cosa servono le piramidi selfiche; ce ne sono quattro. Una dovremo piazzarla all’interno della Mole.”
E tornammo a rivedere le stelle, che punteggiavano il cielo sereno della luna nera.
Libratevi sulla città, addormentata nell'incubo, mentre il sax millenario recita sorde dissonanze e tragici singulti. Canta, lo strumento della fine, soffia nell’aria la dissonante melodia dell'Apocalisse.
“E’ orribile, non può essere…” sussurrò il commissario Peressi, “... il vescovo, il questore… il questore!”
Il rito raggiunse il parossismo: l’ingresso di due adolescenti nude, legate, imbavagliate, coperte di tenui veli, fu salutato da grida ossesse d’ebbrezza e da un martellare guerresco di bastoni, scudi, lance, mani e piedi. Uomini e donne lasciarono cadere i vestiti, rivelando le loro nudità squamose, e si lanciarono in danze violente, completamente assorbiti da un panico dionisiaco. Molti si accoppiarono selvaggiamente, ferendosi a morsi e unghiate.
In un’orgia di grida e oscillazioni sfrenate, senza sudori, l’officiante fece salire sull’altare le due vergini, che si distesero sulla gelida pietra, miti come pecorelle. Si levò una lama lucente che diede inizio al cruento sacrificio. Il sangue scorse e un fremito d’orrore fece rabbrividire il commissario Peressi, che portò istintivamente, inutilmente, la mano al revolver elettrico. Tutti poterono abbeverarsi dalla pura fonte, riprendendo lentamente le loro sembianze umane.
“Hai afferrato il concetto?”, chiese Paolo a Peressi, che annuì, impietrito.
“Dai, muoviti, torniamo indietro, tanto non possiamo fare più nulla per quelle bambine”, tagliò corto Garibaldi.
“Ecco dove finiscono i rapiti… e pensa cosa fanno nel terzo mondo, senza alcun controllo…”
“Andiamo, svelto.”
Si allontanarono rapidamente e la luce delle torce subito fu inghiottita da quel buio millenario. Riemersero dal sottosuolo, molto provati.
“Oh, Paolo, Paolo… perché proprio sotto la Gran Madre?!”
Il commissario era sconvolto: “E’ un simbolo religioso dolcissimo!”
“Qui non c’entra la religione, Peressi! Ti facevo pronto: lì sotto c’è un Livello Vortex, un’area energetica in costante fibrillazione, una porta dimensionale.”
“Come in tanti film di fantascienza?”
“Esatto, datti per vinto, è tutto vero. Ce ne sono migliaia di queste porte, grandi e piccole, disseminate sulla griglia energetica che avvolge il pianeta, la seconda del Piemonte, dopo quella del monte Musinè e sotto la Mole Antonelliana. Quello è un campo energetico intensamente negativo, dove i riti possono far scendere l’energia di zone vastissime sulle frequenze più dense della quarta dimensione. In tal modo i Sauri sopprimono la frequenza del campo energetico terrestre, creando una prigione vibrazionale che fa perdere all’umanità il contatto con i più elevati livelli dell’essere.
”Ci stanno invadendo da lì?”
“Da millenni: ora stanno completando l’opera.”
“Dobbiamo chiudere tutte le porte bastarde, per sempre. Ma chi glielo dice ai Beni Artistici di abbattere le costruzioni abusive, come la Mole?”
“Non è necessario, bisogna mandare in corto le porte, rispedire la polarità che arriva sulla terra verso il suo opposto, farle collassare come una batteria che salta se colleghi i poli opposti. La terra diventerà una prigione senza vie d’uscita e potremo annientarli fisicamente. Sei dalla nostra parte?”
“Sono un paladino ottuso che sta sempre dalla parte della giustizia.”
“Non ti preoccupare, è una confusione millenaria, ideata ad arte. Dobbiamo unirci alla resistenza. Ti spiegherò a cosa servono le piramidi selfiche; ce ne sono quattro. Una dovremo piazzarla all’interno della Mole.”
E tornammo a rivedere le stelle, che punteggiavano il cielo sereno della luna nera.
Libratevi sulla città, addormentata nell'incubo, mentre il sax millenario recita sorde dissonanze e tragici singulti. Canta, lo strumento della fine, soffia nell’aria la dissonante melodia dell'Apocalisse.