Brano 15
Senza l’aiuto dei miei collaboratori, testimoni scomodi, ho accertato che la piramide è composta dello stesso materiale e pare reagire come un ricetrasmettitore, non so di cosa. Purtroppo s’attiva secondo logiche imprevedibili. Il metallo pare eccitarsi su tutti e quattro i lati in momenti inattesi. Non trasmette immagini ma solo una nebbiolina luminescente e piacevoli fragranze di fiori, di mare, di boschi… Non capisco a cosa diavolo serve, ma sicuramente emette informazioni o comandi subliminali e raccoglie dati dall’ambiente circostante e dalle persone che lo popolano. Osservandola, per qualche secondo, la respirazione diventa affannosa, mentre una sequenza di vibrazioni penetra nel corpo attraverso la pelle. Al tempo stesso l’energia psico-fisica è assorbita dalla piramide. Subentra poi eccitazione, turbamento e una forte inquietudine che diviene panico, mentre gli occhi dell’osservatore restano impressi sulle pareti e lo scrutano. Credo che questo gingillo, nonostante le ridotte dimensioni, faccia parte di un sistema complesso antichissimo, visti i geroglifici…“
La registrazione ebbe un sussulto: l’immagine divenne una massa frusciante, poi riprese.
“Egittologia a parte, che non è materia di mia pertinenza, per intuire la funzione di una simile apparecchiatura mi sono basato sul materiale di cui è composta. Il nuovo elemento è denso, pesante, indistruttibile; anche se potrà sembrare limitato, direi che funziona come un forte condensatore d’onde magnetiche, utilizzabile nello studio della gravitazione universale. Da qualche tempo sappiamo che esistono due tipi di gravità. Il primo piega lo spazio – tempo, sfruttando la massa dei corpi celesti. La gravità di tipo "B", permette di amplificare le particelle subatomiche, attraverso la sintesi delle stesse onde elettromagnetiche, generate dal campo di relazione, con la successiva creazione di un campo gravitazionale.
E’ proprio questa gravità che lo sollecita inducendolo a subire una mutazione nucleare. La lega inizia a produrre antimateria che reagisce con la materia fornendo energia pura al 100%, senza dispersioni.
Il nuovo elemento, prodotto su ampia scala, potrebbe essere utilizzato nei sistemi propulsivi spaziali in condizioni d’antimateria, o per fabbricare supporti informatici indistruttibili ed elettronicamente inattaccabili. Un uovo del diametro di due millimetri, opportunamente trattato si comporta come, come… un buco nero…”
L’uomo sogghignò divertito.
“Forse basta questa piramide, probabilmente unita o connessa ad altre dello stesso tipo, per viaggiare nello spazio-tempo, accartocciando l’universo per sovrapporre due punti lontanissimi e coprire distanze incredibili in un amen, altro che velocità della luce!
L’aggeggio qui presente può raccogliere e inviare onde d’ogni genere in tutto l’universo. Lo scienziato rise a fior di labbra: “Nessuno sa degli esperimenti da me condotti. La Santa Sede farà bene ad occultare un segreto per il quale l’umanità non è pronta.”
La registrazione s’interruppe definitivamente.
“Signor Garibaldi, è stupito?…” chiese il vescovo.
“Vostra eminenza, è un’assurdità. A parte la favola del tele trasporto cosmico, per quanto riguarda la lega mi pare impossibile ottenere un elemento con tali caratteristiche, sarebbe instabile, durerebbe poche frazioni di secondo, e soprattutto… non troverebbe posto nella tabella periodica degli elementi di Mendeleen! Non capisco.”
“Lei non deve capire, deve indagare e ritrovare”, ingiunse il prelato in doppio petto bianco, alzandosi dalla poltrona. Si avvicinò a Paolo con passo deciso: “Non se la prenda, noi la stimiamo, ma con severità. Per ora le basti sapere che la cassetta rubata sta notte contiene i frammenti della lega e la piramide. Il materiale è all’interno di un’antica scatola d’argento massiccio.
Questa è una copia, identica all’originale. Sul coperchio c’è l’effigie di una piramide d’oro, sbalzata, al cui centro campeggia il motto: “Giganti nelle Tenebre”.
Mantenga il segreto con le forze dell’ordine. Partecipi all’inchiesta ufficiale, raccogliendo indizi utili. Quale rappresentante dei nostri servizi, la polizia la tratterà con un occhio di riguardo. Noi le forniremo tutto l’appoggio logistico e il denaro che le occorre, non sottilizzando sui metodi d’indagine.”
“Santo Padre, dovrete essere voi a soddisfare qualche mia curiosità.”
Papa Pietro II strizzò l’occhio all’uomo, con un’espressione fra il rammaricato e il divertito: “Dica pure, ma ricordi che non dovrà farsi notare. Poche domande, poche risposte: quelle giuste.”
“Quante persone sapevano che i reperti erano conservati nei sotterranei della Piazzetta Reale?”
“Padre Pereira, il caro Vescovo e noi.”
“E lo scienziato?”
“Il professor Oddluve? Dopo averci riconsegnato i reperti, se n’è disinteressato.”
“Forse il professor Oddluve ha cambiato idea”, propose Garibaldi.
“Per quale ragione? Uno scienziato tanto famoso, potrà anche essere ateo, ma sicuramente crede nella scienza e mai tradirebbe la propria vocazione…”
“Forse, ma… per molto denaro?”
“E’ ben vero che il profitto non reclama una teologia che ne dimostri l’esistenza”, osò il papa.
“Ingegner Garibaldi, lei ha già incontrato il commissario Peressi? La polizia non deve accedere alle segrete.”
“Sua Santità, sanno che esistono e le hanno collegate con la morte di Padre Pereira. Come possiamo giustificare la presenza del compianto nei sotterranei, che non ospitano neanche delle cantine con del buon vino?
“Faccia come crede ma ricordi che lei si chiama Paolo e noi Pietro. Questa missione è simile a quella degli antichi evangelisti: decisiva e pericolosa! Non vogliamo che Il Principe Nero invada San Pietro per tenervi banchetto, non vogliamo che i nostri pescatori d’anime incensino la sua mano. Ed è una mano che presto stringerà in pugno il potere di vita e di morte, una mano che annienterà e creerà. Benedicendo, distruggerà a suo piacimento, glielo assicuro.”
“E’ tutto, il padre santo è affaticato, dobbiamo congedarla”, disse il vescovo.
Capii d’essere al cospetto di un papa che avrebbe occupato il soglio pontificio in futuro difficile. Aveva un viso placido e austero al contempo, ed un portamento regale.
“Sia prudente, non faccia il martire per imitare Santo Stefano o San Giuda Taddeo!“ ammonì, porgendogli l’elegante mano guantata e inanellata, in segno di commiato.
Paolo si chinò leggermente per rispetto ma non baciò l’anello.
Senza l’aiuto dei miei collaboratori, testimoni scomodi, ho accertato che la piramide è composta dello stesso materiale e pare reagire come un ricetrasmettitore, non so di cosa. Purtroppo s’attiva secondo logiche imprevedibili. Il metallo pare eccitarsi su tutti e quattro i lati in momenti inattesi. Non trasmette immagini ma solo una nebbiolina luminescente e piacevoli fragranze di fiori, di mare, di boschi… Non capisco a cosa diavolo serve, ma sicuramente emette informazioni o comandi subliminali e raccoglie dati dall’ambiente circostante e dalle persone che lo popolano. Osservandola, per qualche secondo, la respirazione diventa affannosa, mentre una sequenza di vibrazioni penetra nel corpo attraverso la pelle. Al tempo stesso l’energia psico-fisica è assorbita dalla piramide. Subentra poi eccitazione, turbamento e una forte inquietudine che diviene panico, mentre gli occhi dell’osservatore restano impressi sulle pareti e lo scrutano. Credo che questo gingillo, nonostante le ridotte dimensioni, faccia parte di un sistema complesso antichissimo, visti i geroglifici…“
La registrazione ebbe un sussulto: l’immagine divenne una massa frusciante, poi riprese.
“Egittologia a parte, che non è materia di mia pertinenza, per intuire la funzione di una simile apparecchiatura mi sono basato sul materiale di cui è composta. Il nuovo elemento è denso, pesante, indistruttibile; anche se potrà sembrare limitato, direi che funziona come un forte condensatore d’onde magnetiche, utilizzabile nello studio della gravitazione universale. Da qualche tempo sappiamo che esistono due tipi di gravità. Il primo piega lo spazio – tempo, sfruttando la massa dei corpi celesti. La gravità di tipo "B", permette di amplificare le particelle subatomiche, attraverso la sintesi delle stesse onde elettromagnetiche, generate dal campo di relazione, con la successiva creazione di un campo gravitazionale.
E’ proprio questa gravità che lo sollecita inducendolo a subire una mutazione nucleare. La lega inizia a produrre antimateria che reagisce con la materia fornendo energia pura al 100%, senza dispersioni.
Il nuovo elemento, prodotto su ampia scala, potrebbe essere utilizzato nei sistemi propulsivi spaziali in condizioni d’antimateria, o per fabbricare supporti informatici indistruttibili ed elettronicamente inattaccabili. Un uovo del diametro di due millimetri, opportunamente trattato si comporta come, come… un buco nero…”
L’uomo sogghignò divertito.
“Forse basta questa piramide, probabilmente unita o connessa ad altre dello stesso tipo, per viaggiare nello spazio-tempo, accartocciando l’universo per sovrapporre due punti lontanissimi e coprire distanze incredibili in un amen, altro che velocità della luce!
L’aggeggio qui presente può raccogliere e inviare onde d’ogni genere in tutto l’universo. Lo scienziato rise a fior di labbra: “Nessuno sa degli esperimenti da me condotti. La Santa Sede farà bene ad occultare un segreto per il quale l’umanità non è pronta.”
La registrazione s’interruppe definitivamente.
“Signor Garibaldi, è stupito?…” chiese il vescovo.
“Vostra eminenza, è un’assurdità. A parte la favola del tele trasporto cosmico, per quanto riguarda la lega mi pare impossibile ottenere un elemento con tali caratteristiche, sarebbe instabile, durerebbe poche frazioni di secondo, e soprattutto… non troverebbe posto nella tabella periodica degli elementi di Mendeleen! Non capisco.”
“Lei non deve capire, deve indagare e ritrovare”, ingiunse il prelato in doppio petto bianco, alzandosi dalla poltrona. Si avvicinò a Paolo con passo deciso: “Non se la prenda, noi la stimiamo, ma con severità. Per ora le basti sapere che la cassetta rubata sta notte contiene i frammenti della lega e la piramide. Il materiale è all’interno di un’antica scatola d’argento massiccio.
Questa è una copia, identica all’originale. Sul coperchio c’è l’effigie di una piramide d’oro, sbalzata, al cui centro campeggia il motto: “Giganti nelle Tenebre”.
Mantenga il segreto con le forze dell’ordine. Partecipi all’inchiesta ufficiale, raccogliendo indizi utili. Quale rappresentante dei nostri servizi, la polizia la tratterà con un occhio di riguardo. Noi le forniremo tutto l’appoggio logistico e il denaro che le occorre, non sottilizzando sui metodi d’indagine.”
“Santo Padre, dovrete essere voi a soddisfare qualche mia curiosità.”
Papa Pietro II strizzò l’occhio all’uomo, con un’espressione fra il rammaricato e il divertito: “Dica pure, ma ricordi che non dovrà farsi notare. Poche domande, poche risposte: quelle giuste.”
“Quante persone sapevano che i reperti erano conservati nei sotterranei della Piazzetta Reale?”
“Padre Pereira, il caro Vescovo e noi.”
“E lo scienziato?”
“Il professor Oddluve? Dopo averci riconsegnato i reperti, se n’è disinteressato.”
“Forse il professor Oddluve ha cambiato idea”, propose Garibaldi.
“Per quale ragione? Uno scienziato tanto famoso, potrà anche essere ateo, ma sicuramente crede nella scienza e mai tradirebbe la propria vocazione…”
“Forse, ma… per molto denaro?”
“E’ ben vero che il profitto non reclama una teologia che ne dimostri l’esistenza”, osò il papa.
“Ingegner Garibaldi, lei ha già incontrato il commissario Peressi? La polizia non deve accedere alle segrete.”
“Sua Santità, sanno che esistono e le hanno collegate con la morte di Padre Pereira. Come possiamo giustificare la presenza del compianto nei sotterranei, che non ospitano neanche delle cantine con del buon vino?
“Faccia come crede ma ricordi che lei si chiama Paolo e noi Pietro. Questa missione è simile a quella degli antichi evangelisti: decisiva e pericolosa! Non vogliamo che Il Principe Nero invada San Pietro per tenervi banchetto, non vogliamo che i nostri pescatori d’anime incensino la sua mano. Ed è una mano che presto stringerà in pugno il potere di vita e di morte, una mano che annienterà e creerà. Benedicendo, distruggerà a suo piacimento, glielo assicuro.”
“E’ tutto, il padre santo è affaticato, dobbiamo congedarla”, disse il vescovo.
Capii d’essere al cospetto di un papa che avrebbe occupato il soglio pontificio in futuro difficile. Aveva un viso placido e austero al contempo, ed un portamento regale.
“Sia prudente, non faccia il martire per imitare Santo Stefano o San Giuda Taddeo!“ ammonì, porgendogli l’elegante mano guantata e inanellata, in segno di commiato.
Paolo si chinò leggermente per rispetto ma non baciò l’anello.