Brano 2
Mi stupì apprendere dell’esistenza d’entità geopolitiche di cui non avevo mai sentito parlare. Pensai di trovarmi al centro di un sogno bizzarro, ma nello stesso tempo i miei quesiti trovarono immediata risposta. La mente dell’uomo si aprì, come un dizionario enciclopedico, permettendomi di consultare la storia del mondo futuro.
Scoprii che il mercato europeo era cresciuto lentamente nei primi decenni del 2000, mentre la domanda energetica dell’Asia, nello stesso periodo, era più che raddoppiata, per triplicarsi del decennio successivo. Cina e India erano divenute colossi, stabilendo stretti rapporti commerciali ed alleanze militari con l’ex Unione Sovietica. Dopo suo il crollo e l’abbattimento del muro di Berlino, lo sfrenato orientamento liberista del mercato, avevano smembrato il cosiddetto Patto di Varsavia. Gli ex stati comunisti, prima pretesero l’indipendenza, poi l’ingresso in Europa, ma la crisi economica e sanitaria permanente causata a bella posta dal signoreggio monetario, ne avevano piegato gli entusiasmi. A gran voce, con veri e propri plebisciti, ottennero d’essere riammessi nella casa della Grande Madre Russia, che iniziò a sfruttare razionalmente le proprie risorse. Era nata la Federazione Socialista Nazionale, che perseguiva il ritorno alla grandezza di un tempo, saldando la fede e i sogni imperiali zaristi alla giustizia sociale leninista. Il nuovo impero era ritornato ad essere cristiano ortodosso, statalista e dirigista. Infine si era creato un blocco alleato di Russia, Cina e Indostan, che controllava totalmente le nazioni orientali più piccole occupandole direttamente o indirettamente, con protettorati, come Giappone, Indonesia, Malesia e isole del Borneo.
Ad ovest, l’Europa Unita, aveva annesso Turchia e stati dell’Africa mediterranea, ma perdeva colpi, anno dopo anno. Le società energetiche erano scivolate ai margini del grande affare. Una crisi economica più profonda di quella del 1929. La ribellione si accese in Francia e dilagò in Germania e nel resto del continente. Gli scioperi, le sommosse armate, la guerriglia urbana si moltiplicarono in tutto l’occidente, assumendo una cronicità pericolosa, che non riusciva a trasformarsi in una vera guerra civile rivoluzionaria, coordinata e finalizzata alla conquista del potere.
All’inizio del secolo le multinazionali si ponevano il problema di come rendere disponibili le risorse energetiche, gas e petrolio, dell'Asia centrale per i mercati asiatici. Ma un fatto straordinario e imprevedibile impedì che i conflitti si trasformassero nella terza guerra mondiale.
La voce della mia Guida continuò con una velata ironia, nel corso del tempo umano possono venir su da un buco nero periodi anomali, nei quali condizioni destinate a durare lustri, sono incrinate dall’azione inattesa di uno o più attori, prima ignorati. Accadde così nel terzo ventennio del secolo XXI; comparve in Iran un leader religioso pragmatico, che seppe unire le popolazioni musulmane dell’antica Persia con quelle d’Irak, Siria, Palestina, parte del Libano e Giordania, nella Repubblica del Pavone o Urukstan. A nord emerse dalla nebbia della storia un cristiano ortodosso armeno, di gran cultura e intelligenza. Entrambi ebrei, discendenti della tribù di Dan, entrambi conoscitori della Qabalah Luriana. Entrambi segreti aderenti al pensiero di Shabbetay Tzevi.
Il Sabbatianesimo fu sempre considerato una macchia per l’onorabilità del popolo ebraico. Di conseguenza i loro aderenti agirono nell’ombra, pronti a rinnegare tutto e il contrario di tutto, come lo stesso Tzevì che prima fu annunciato dal suo profeta, Nathan di Gaza, e proclamato Messia dal popolo, poi fu imprigionato dai musulmani e abiurò, convertendosi all’islamismo, per non essere giustiziato, restando però segretamente ebreo. Lo seguirono nell’eresia migliaia di discepoli, che agirono indisturbati per secoli, infiltrandosi ovunque, mescolandosi a comunisti, cattolici, musulmani, indù, liberali… L’Anticristo, che presto conoscerai, aveva accuratamente nascosto la sua origine sabbatiana, e custodiva rarissimi scritti del fondatore, Shabbetay Tzevì e dei suoi teologi: Nathan di Gaza, Avraham Mikael Cardozo, Jakob Frank. Erano manoscritti magici d’inestimabile valore, che il mondo credeva perduti nei roghi della diaspora.
La questione dunque era stata risolta con l’unità politica dell’area, garantita dalle nuove confederazioni di Circassia e Urukstan. Israele, dopo aver annesso parte del Libano, i territori palestinesi e l’Egitto, si considerava finalmente integra e protetta.
L’Arabia comprendeva tutti gli emirati e gli ex stati dell’Africa Orientale. La costruzione del possente oleodotto diretto a sud attraverso l’Iran, aveva unito l'Asia centrale all'Oceano Indiano. L’Afghanistan, per cui molto si combatté, era ormai isolato, abbandonato, atavicamente avvinto al suo destino: una provincia interna di montanari. Israele dopo aver annesso parte del Libano, i territori palestinesi e l’Egitto, si considerava, finalmente, integra e protetta.
La regione del Caspio vantava enormi riserve intatte di gas e idrocarburi, senza contare i giacimenti storici d’Irak, Iran e Siria che, seppur in via di prosciugamento, producevano ancora milioni di barili ogni settimana.
Nel 2000 e oltre la guerra premeva di nuovo alle frontiere della Federazione Socialista Nazionale, di Circassia e Urukstan. Gasdotti e oleodotti, di vitale importanza per l’economia occidentale, dovevano essere riconquistati. La febbre europea stava contagiando le sponde del Mar Nero e le bandiere azzurre con il doppio cerchio centrale di stelle dorate, sventolavano sulle truppe che si ammassavano in Grecia, Turchia, Germania e Finlandia, per le solite esercitazioni militari di pace. Si era alle soglie del terzo conflitto mondiale: le altre stelle, combinate con le strisce bianche e rosse, stavano alla finestra, impegnate a tenere in ordine il continente americano, dilaniato dalla guerra civile dei neri, al nord, e d’indio e latini al sud, organizzati in formazioni paramilitari sempre più agguerrite, sostenute con armi e tecnologia d’ultima generazione dalla Federazione Socialista Nazionale e dalla Repubblica Popolare delle Cine.
Illinois, California, Texas, Mississipi, Florida, parte del Messico, Colombia, Brasile, Venezuela e molti altri stati erano già controllati dalla guerriglia.
L’Europa Unita si trovava in una condizione di netta inferiorità strategica e numerica, ma doveva tentare una sortita, per rinegoziare gli altissimi tributi pagati all’Oriente, che dominava anche l’estrazione dei minerali nobili impiegati nella realizzazione dei mezzi di comunicazione informatici, grazie ad accordi capestro con la Confederazione Africana.
La voce terminò la lezione sull’assetto strategico e politico del mondo futuro, mentre Paolo Garibaldi disse: “Saremo invasi da russi, caucasici, circassi, cinesi, giapponesi, arabi e persiani!”
“Che meraviglia! Io sarò più sexy, nuda e con un velo bianco sulla bocca. Ti faccio la danza del ventre, o preferisci suonarmi con frenesia la balalaika?" Isabella ridacchiò, con la voce più sciocca del mondo. Gli accarezzò le labbra con le labbra.
"Non ho voglia né di scherzare, né di strimpellarti.”
Paolo non era un uomo facilmente corruttibile.
"Okay, l’amore lo faremo dopo, con comodo. Aspettiamo che i cosacchi abbeverino i carri armati in Piazza San Pietro."
"Okay, l’amore lo faremo dopo", scimmiottò Paolo e poi urlò: "Aspettiamo i cosacchi, chissà che ti sopportino e ti appaghino sessualmente!"
Mi stupì apprendere dell’esistenza d’entità geopolitiche di cui non avevo mai sentito parlare. Pensai di trovarmi al centro di un sogno bizzarro, ma nello stesso tempo i miei quesiti trovarono immediata risposta. La mente dell’uomo si aprì, come un dizionario enciclopedico, permettendomi di consultare la storia del mondo futuro.
Scoprii che il mercato europeo era cresciuto lentamente nei primi decenni del 2000, mentre la domanda energetica dell’Asia, nello stesso periodo, era più che raddoppiata, per triplicarsi del decennio successivo. Cina e India erano divenute colossi, stabilendo stretti rapporti commerciali ed alleanze militari con l’ex Unione Sovietica. Dopo suo il crollo e l’abbattimento del muro di Berlino, lo sfrenato orientamento liberista del mercato, avevano smembrato il cosiddetto Patto di Varsavia. Gli ex stati comunisti, prima pretesero l’indipendenza, poi l’ingresso in Europa, ma la crisi economica e sanitaria permanente causata a bella posta dal signoreggio monetario, ne avevano piegato gli entusiasmi. A gran voce, con veri e propri plebisciti, ottennero d’essere riammessi nella casa della Grande Madre Russia, che iniziò a sfruttare razionalmente le proprie risorse. Era nata la Federazione Socialista Nazionale, che perseguiva il ritorno alla grandezza di un tempo, saldando la fede e i sogni imperiali zaristi alla giustizia sociale leninista. Il nuovo impero era ritornato ad essere cristiano ortodosso, statalista e dirigista. Infine si era creato un blocco alleato di Russia, Cina e Indostan, che controllava totalmente le nazioni orientali più piccole occupandole direttamente o indirettamente, con protettorati, come Giappone, Indonesia, Malesia e isole del Borneo.
Ad ovest, l’Europa Unita, aveva annesso Turchia e stati dell’Africa mediterranea, ma perdeva colpi, anno dopo anno. Le società energetiche erano scivolate ai margini del grande affare. Una crisi economica più profonda di quella del 1929. La ribellione si accese in Francia e dilagò in Germania e nel resto del continente. Gli scioperi, le sommosse armate, la guerriglia urbana si moltiplicarono in tutto l’occidente, assumendo una cronicità pericolosa, che non riusciva a trasformarsi in una vera guerra civile rivoluzionaria, coordinata e finalizzata alla conquista del potere.
All’inizio del secolo le multinazionali si ponevano il problema di come rendere disponibili le risorse energetiche, gas e petrolio, dell'Asia centrale per i mercati asiatici. Ma un fatto straordinario e imprevedibile impedì che i conflitti si trasformassero nella terza guerra mondiale.
La voce della mia Guida continuò con una velata ironia, nel corso del tempo umano possono venir su da un buco nero periodi anomali, nei quali condizioni destinate a durare lustri, sono incrinate dall’azione inattesa di uno o più attori, prima ignorati. Accadde così nel terzo ventennio del secolo XXI; comparve in Iran un leader religioso pragmatico, che seppe unire le popolazioni musulmane dell’antica Persia con quelle d’Irak, Siria, Palestina, parte del Libano e Giordania, nella Repubblica del Pavone o Urukstan. A nord emerse dalla nebbia della storia un cristiano ortodosso armeno, di gran cultura e intelligenza. Entrambi ebrei, discendenti della tribù di Dan, entrambi conoscitori della Qabalah Luriana. Entrambi segreti aderenti al pensiero di Shabbetay Tzevi.
Il Sabbatianesimo fu sempre considerato una macchia per l’onorabilità del popolo ebraico. Di conseguenza i loro aderenti agirono nell’ombra, pronti a rinnegare tutto e il contrario di tutto, come lo stesso Tzevì che prima fu annunciato dal suo profeta, Nathan di Gaza, e proclamato Messia dal popolo, poi fu imprigionato dai musulmani e abiurò, convertendosi all’islamismo, per non essere giustiziato, restando però segretamente ebreo. Lo seguirono nell’eresia migliaia di discepoli, che agirono indisturbati per secoli, infiltrandosi ovunque, mescolandosi a comunisti, cattolici, musulmani, indù, liberali… L’Anticristo, che presto conoscerai, aveva accuratamente nascosto la sua origine sabbatiana, e custodiva rarissimi scritti del fondatore, Shabbetay Tzevì e dei suoi teologi: Nathan di Gaza, Avraham Mikael Cardozo, Jakob Frank. Erano manoscritti magici d’inestimabile valore, che il mondo credeva perduti nei roghi della diaspora.
La questione dunque era stata risolta con l’unità politica dell’area, garantita dalle nuove confederazioni di Circassia e Urukstan. Israele, dopo aver annesso parte del Libano, i territori palestinesi e l’Egitto, si considerava finalmente integra e protetta.
L’Arabia comprendeva tutti gli emirati e gli ex stati dell’Africa Orientale. La costruzione del possente oleodotto diretto a sud attraverso l’Iran, aveva unito l'Asia centrale all'Oceano Indiano. L’Afghanistan, per cui molto si combatté, era ormai isolato, abbandonato, atavicamente avvinto al suo destino: una provincia interna di montanari. Israele dopo aver annesso parte del Libano, i territori palestinesi e l’Egitto, si considerava, finalmente, integra e protetta.
La regione del Caspio vantava enormi riserve intatte di gas e idrocarburi, senza contare i giacimenti storici d’Irak, Iran e Siria che, seppur in via di prosciugamento, producevano ancora milioni di barili ogni settimana.
Nel 2000 e oltre la guerra premeva di nuovo alle frontiere della Federazione Socialista Nazionale, di Circassia e Urukstan. Gasdotti e oleodotti, di vitale importanza per l’economia occidentale, dovevano essere riconquistati. La febbre europea stava contagiando le sponde del Mar Nero e le bandiere azzurre con il doppio cerchio centrale di stelle dorate, sventolavano sulle truppe che si ammassavano in Grecia, Turchia, Germania e Finlandia, per le solite esercitazioni militari di pace. Si era alle soglie del terzo conflitto mondiale: le altre stelle, combinate con le strisce bianche e rosse, stavano alla finestra, impegnate a tenere in ordine il continente americano, dilaniato dalla guerra civile dei neri, al nord, e d’indio e latini al sud, organizzati in formazioni paramilitari sempre più agguerrite, sostenute con armi e tecnologia d’ultima generazione dalla Federazione Socialista Nazionale e dalla Repubblica Popolare delle Cine.
Illinois, California, Texas, Mississipi, Florida, parte del Messico, Colombia, Brasile, Venezuela e molti altri stati erano già controllati dalla guerriglia.
L’Europa Unita si trovava in una condizione di netta inferiorità strategica e numerica, ma doveva tentare una sortita, per rinegoziare gli altissimi tributi pagati all’Oriente, che dominava anche l’estrazione dei minerali nobili impiegati nella realizzazione dei mezzi di comunicazione informatici, grazie ad accordi capestro con la Confederazione Africana.
La voce terminò la lezione sull’assetto strategico e politico del mondo futuro, mentre Paolo Garibaldi disse: “Saremo invasi da russi, caucasici, circassi, cinesi, giapponesi, arabi e persiani!”
“Che meraviglia! Io sarò più sexy, nuda e con un velo bianco sulla bocca. Ti faccio la danza del ventre, o preferisci suonarmi con frenesia la balalaika?" Isabella ridacchiò, con la voce più sciocca del mondo. Gli accarezzò le labbra con le labbra.
"Non ho voglia né di scherzare, né di strimpellarti.”
Paolo non era un uomo facilmente corruttibile.
"Okay, l’amore lo faremo dopo, con comodo. Aspettiamo che i cosacchi abbeverino i carri armati in Piazza San Pietro."
"Okay, l’amore lo faremo dopo", scimmiottò Paolo e poi urlò: "Aspettiamo i cosacchi, chissà che ti sopportino e ti appaghino sessualmente!"